Concessioni balneari: interesse generale (il lavoro) e interesse particolare (le imprese) - di Mirco Botteghi

"La durata prevista del periodo di salvamento è incoerente sia rispetto al suo carattere di 'servizio essenziale', sia rispetto al lavoro degli stagionali"

Ordinanza Balneare Regione Emilia Romagna e concessioni balneari: la politica scelga se stare dalla parte degli interessi generali rappresentati dal lavoro o da quella degli interessi (molto) particolari rappresentati dalle imprese balneari.

L’ordinanza Regionale 2019 è valida dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione fino a diversa disposizione. Questa è la prima novità di un’ordinanza che, per il resto, non è particolarmente avanzata e coraggiosa sui temi del lavoro.

I temi che la FILCAMS-CGIL ha posto in Regione alla riunione del 27 febbraio scorso sono partiti dalla durata del servizio di salvamento. Il punto d’incontro ragionevole avrebbe potuto essere (almeno) quello di legare il termine del periodo all’avvio dell’anno scolastico. Il tempo che la Regione si era presa per riflettere non ha portato novità: ci ritroveremo così a partire dal 2020 nuovamente con un servizio di salvataggio che termina prima del 15 settembre, e nuovamente nel 2022 con le torrette vuote dal 12 settembre. Visto che la durata dell’ordinanza è “a tempo indeterminato” si doveva vedere lungo, e provare a sanare questa situazione che ha del paradossale. Abbiamo poi sottolineato l’incongruenza di un controllo delle acque che viene effettuato fino al 30 settembre, perciò a garanzia di una balneazione salubre, ma di stabilimenti che (in assenza di salvataggio) devono esporre il cartello “Stabilimento aperto esclusivamente per elioterapia”. Ulteriore punto critico, sul quale la Regione non ha recepito l’osservazione della Filcams, il rispetto delle previsioni della L. 146/1990 e perciò sulle limitazioni al diritto di sciopero.

Nel nostro territorio il lavoro dei marinai di salvataggio è riconosciuto “servizio pubblico essenziale” dalla Commissione di Garanzia Sciopero. Riteniamo che un’ordinanza regionale non possa prevedere generici obblighi a garantire il servizio anche in presenza di vertenze sindacali; avremmo voluto che venisse precisato “e comunque secondo le previsioni della Commissione di Garanzia Sciopero”. Ove mutasse l’orientamento della Commissione, come potrebbe un’ordinanza regionale non tenerne conto?

L’approccio della politica rispetto all’ordinanza balneare potrebbe essere sintomatica di ciò al quale si assisterà quando, auspicabilmente, si rimetterà mano ad una Legge di recepimento della Direttiva Bolkestein. Il DDL di riordino delle concessioni demaniali (marittime, fluviali, lacunari), che si fermò alla scorsa legislatura, era totalmente orfano di temi sociali. Il mantenimento occupazionale degli stagionali, attraverso uno speciale diritto di precedenza ed il rispetto della contrattazione collettiva nazionale maggiormente rappresentativa, dovrebbe essere uno degli elementi in base ai quali assegnare le nuove concessioni. Sta nell’ordine delle cose che, anche se una norma demandasse alle Regioni o ai Comuni la possibilità di inserire apposite clausole sociali nelle ordinanze balneari, difficilmente esse verrebbero inserite per ragioni di consociativismo locale; spesso sbilanciato perché appare esercitato non nell’interesse generale (lavoro) ma particolare (imprese balneari).

Serve dunque una norma chiara inserita in una Legge, a tutela del lavoro dei marinai di salvataggio e della qualità dello stesso. La netta posizione della Filcams CGIL a favore di un sano recepimento della “Bolkestein” è giusta e da sostenere all’interno del dibattito sul Piano Strategico del Turismo.


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