Ci sono incontri che possono cambiare la nostra personale visione delle cose, far vacillare i nostri giudizi, o magari, molto più semplicemente ci insegnano a osservare con occhi diversi ciò che ci circonda.
Quando iniziai la mia esperienza sindacale ero giovane ma non giovanissimo; di certo appartenevo a una generazione diversa da quella che aveva espresso sindacalisti e uomini come Bruno Rastelli.
Bruno lo vedevo sempre seduto alla presidenza di qualunque iniziativa, congresso o riunione a cui prendesse parte. La sua voce non era già più quella di un ragazzo e il suo lessico non mi apparteneva. Lo ascoltavo solo per rispetto. Nel 2006 mi occupavo dell’Associazione Fabio Sormanni. L’Associazione finanziava progetti di cooperazione internazionale. In occasione dello tsunami nello Sri Lanka prendemmo contatto con alcune organizzazioni che operavano per la ricostruzione di scuole o villaggi. I delegati della CGT ci proposero di collaborare per finanziare una iniziativa. Per presentare ai delegati il progetto prescelto venne organizzata una riunione. Io, abituato ai coordinamenti conosciuti nella mia esperienza in FILCAMS, andai all’incontro convinto di parlare con una decina di rappresentanti sindacali. Quando venni accolto entrai in una sala riunioni stipata da circa cinquanta di loro, tutti attenti a quel che stavo per dire, tutti pronti ad esprimere un parere sull’iniziativa, tutti capaci di offrire un contributo dialettico e operativo.
Bruno, quando lo incontravi e imparavi a conoscere, ti insegnava il senso dell’organizzazione, l’importanza del collettivo nella politica. Quel giorno, di fronte al coordinamento dei delegati della CGT, ho ricevuto molte lezioni di cui una, la più forte, politica e umana. Quell’uomo, quel compagno, che fino al giorno prima mi sembrava distante, di una generazione diversa, il presidente di tutte le riunioni del mondo divenne il sindacalista capace di trasmettere la propria esperienza ai delegati meno esperti. L’uomo che aveva organizzato un gruppo di compagni unico nel panorama della nostra categoria. Quel lessico che fino a qualche giorno prima mi appariva figlio di altri tempi acquisì una diversa importanza e suono, il suo lavoro acquistò una diversa collocazione nel mio immaginario. L’ascolto non era più dovuto solo per rispetto, ma per stima, fiducia, voglia di imparare da chi sul campo mi dimostrò come si potesse fare sindacato in modo moderno, coordinato e coerente.
Capita di incontrare persone che possono farti cambiare il tuo sguardo sul mondo: Bruno col suo esempio per me è stata una di queste.