Bruno è parte della storia della CGIL milanese e del Partito comunista italiano prima, e di Rifondazione e dei Comunisti italiani poi. Tra i protagonisti, come Paolo Cagna Ninchi e Giacinto Botti, del movimento dei consigli autoconvocati degli anni 90, dopo esser stato tra i protagonisti di quello del 1984 in difesa della scala mobile, è stato - prima di Maurizio Scarpa e del sottoscritto - il coordinatore dell’area programmatica Lavoro Società in FILCAMS-CGIL. Mi ha preceduto anche nell’incarico di presidente del Comitato direttivo della FILCAMS. La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto tra le compagne e i compagni.
Bruno era tenace. Lo era sul piano politico e sindacale. Lo era come persona. Il suo primo assillo in qualsiasi discussione era per la nostra causa. Il socialismo, prima di tutto, poi il lavoro e i lavoratori, poi il sindacato, infine l’area programmatica.
Bruno era sincero e leale. Non ti dovevi aspettare piaggerie o inutili smancerie. Nei miei rapporti con lui non ha mai nascosto opinioni anche diverse dalle mie sulle scelte politiche, organizzative, di valutazione di fatti e persone. Ma non mi ha mai fatto mancare il sostegno. Anche quando questo comportava il misconoscimento del suo contributo. Senza di lui non sarei mai riuscito, nel 2012, ad inserirmi nella categoria con l’equilibrio necessario per me che venivo da fuori, paracadutato dalla confederazione.
Bruno aveva il culto dell’unità. Dell’unità dei lavoratori prima di tutto. Dell’unità della CGIL dell’unità sindacale, dell’unità della sinistra. E ha forgiato una generazione di delegati della CGT-CLS in questa convinzione. Ed era unitario senza rinunciare né alle differenze, né alla battaglia delle idee. Anzi per lui l’unità nasceva proprio dal confronto, dalla lealtà e dalla mediazione. E con spirito unitario aveva affrontato la sua ultima battaglia, quella combattuta dal movimento delle Rsu contro la controriforma Fornero.
Bruno era comunista. Apparteneva con la testa e con il cuore alla storia e alla militanza del Partito Comunista Italiano. Bruno era un quadro. Era un quadro strutturato, preparato politicamente e sindacalmente cresciuto alla scuola del movimento operaio. Era stato allievo ed era diventato maestro.