“Proceda dritta la barra delle scelte operate al Congresso” - di Federico Antonelli

La riunione della sinistra sindacale della FILCAMS-CGIL: la relazione introduttiva di Federico Antonelli (3)

La CGIL è egualitaria, femminista e antirazzista. Rifiuta qualsiasi logica che definisca diritti sulla base di divisioni di nascita o appartenenza religiosa, sociale, sessuale. Pone al centro del dibattito il tema del lavoro di cura non come elemento soltanto femminile ma strategico nel modello economico e sociale. La CGIL è ecologista. Definizione semplicistica che espone la contraddizione tra tutela dell’ambiente e modello di sviluppo in maniera forte. Senza modificare il modello di sviluppo attuale l’equilibrio ecologico del pianeta verrà messo in crisi in maniera drammatica. Già oggi si vedono in modo evidente tali effetti e l’adesione al movimento dei ragazzi deve rafforzarsi sempre più. Sul tema ambientale sintomatico e drammatico è ciò che sta accadendo a Taranto dove tale contraddizione è evidente, pesante e forse oggi irrisolvibile per le mancanze di controllo e investimenti del passato. Al di la di come questa storia si risolverà è questo un modello negativo da prendere a esempio come da non ripetere mai più.

La contrattazione inclusiva che a mio parere non è altro che la riaffermazione della confederalità come valore centrale dell’azione sindacale della CGIL. Un sindacato confederale, generale del lavoro. In cui sono gli interessi dei lavoratori (non del lavoro) che vengono messi in connessione nella consapevolezza che i diritti non sono materia di categoria, azienda, territorio, ma, in una visione necessariamente di classe, sono diritti dei lavoratori, delle persone.

Infine l’autonomia e il pluralismo. La nostra CGIL ha riaffermato e riconsolidato la propria posizione autonoma verso i partiti. Autonomia che se non è indifferenza, ci regala una capacità di giudizio diversa, libera e per questo riconoscibile, forte e autorevole. Nell’autonomia non può che svilupparsi il concetto di pluralismo. Il pluralismo delle idee, del dibattito, della capacità di critica e della capacità di fare sintesi delle diverse opinioni che si sviluppano nell’organizzazione.

Questi punti sono contenuti nel documento “la CGIL del futuro” del giugno 2019. E’ sulla base di quel documento che noi oggi proseguiamo nel nostro percorso di costruzione. La costruzione non di una area o di una aggregazione programmatica. Nel documento che vi abbiamo inviato lo scriviamo chiaramente: vogliamo far vivere la nostra esperienza di sinistra sindacale utilizzando l’articolo 4 dello statuto. Quell’articolo che apre al pluralismo, alla possibilità di aggregarci intorno a una posizione collettiva ma che, per scelta politica in questi mesi sempre dichiarata, non sia oggi una area. Perché noi crediamo che oggi non sia necessario modificare la linea scaturita dal congresso, ma semmai farla vivere appieno. Consolidarla nella prassi, e qua ritorniamo alla grande istanza emersa durante i lavori di Rimini: la coerenza tra il dichiarato e il lavoro fatto per realizzarlo. Per far vivere l’idea di CGIL che ci appartiene appieno nel lavoro quotidiano, nelle prassi quotidiane. Che non è mettere i giudizi ai contratti, agli accordi. Ma rivendicare un confronto costante con i lavoratori, una organizzazione che non farà della burocrazia la sola propria nota distintiva. Perché il congresso, come tutto ciò che accade in politica è compromesso e sappiamo bene che l’ultimo congresso ha vissuto di un confronto aspro, ma non sempre trasparente. Un confronto che in alcuni momenti ha messo in campo forze in cui i confini non erano chiari e definiti. Un congresso in cui il risultato è stata l’auspicata elezione del compagno Landini ma non la risoluzione di alcune contraddizioni che esistono nella nostra organizzazione. Perché se l’autonomia è oggi praticata non dimentichiamo che il quadro politico è in costante evoluzione. E un quadro politico che muta può mutare le scelte fatte oggi. Vogliamo essere presenti, con la nostra capacità di elaborazione, con la nostra capacità organizzativa, con la nostra capacità di dialogo. In tal senso essere presenti in modo organizzato significa poter rivendicare le risorse per poter fare iniziativa (il seminario di rimini ne è un esempio, ma ad esempio il giorno 21 a Livorno ci sarà una ulteriore interessante e importante iniziativa con i compagni del coordinamento CGT che l’hanno organizzata e con la prossima iniziativa al Salone Di Vittorio a Roma in CGIL nazionale del 28 gennaio sul tema della pace e della guerra) per poter stampare i propri giornali, il confederale “Sinistra sindacale” e da noi in FILCAMS “reds” (“reds” è la nostra voce all’interno della categoria ed è uno spazio aperto al contributo di tutti che su quelle pagine possono trovare lo spazio per esprimere le opinioni, raccontare le esperienze, confrontarsi). Significa poter organizzare posizioni collettive su temi fondamentali e diffondere la nostra opinione. Significa anche dare nuova spinta a una esperienza che ha condizionato il dibattito all’interno della nostra organizzazione. Significa continuare a lavorare perché la barra delle scelte operate nel congresso proceda dritta. Non crediamo che superata una fase tutto sia risolto. Non esiste nulla di immodificabile, non esiste in politica una posizione che resta fissa e ancorata. Non esistono diritti acquisiti e spazi che conquistati non verranno mai messi in discussione.

Riprendendo alcuni passi del documento “La CGIL del futuro”: “continueremo ad essere un’aggregazione di pensiero, di idee, di valori, non per distinguerci ma per contribuire al confronto, al sostegno delle scelte assunte con coerenza e lealtà verso l’organizzazione e il segretario generale.

Non esiste un futuro scritto a cui non si possa cambiare il finale, e senza una presenza forte, vitale, coerente e organizzata non è detto sia il finale che più tuteli la nostra visione dell’organizzazione.


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