Politica e virus, stallo alla messicana - di Frida Nacinovich

Chi ama e conosce a memoria i film di Sergio Leone e di Quentin Tarantino sa che prima o poi ‘quel momento’ arriva: lo stallo alla messicana, la scena in cui due o più contendenti (spesso tre) si tengono sotto tiro a vicenda, nessuno di loro è disposto a cedere, ad abbassare la pistola, nessuno può premere il grilletto senza rischiare di essere colpito a sua volta, la tensione si taglia a fette. Fotografia nitida della politica italiana - anche europea - ai tempi del coronavirus, arrivato forse non per caso nel 2020. Anno bisesto, anno funesto, come recita il proverbio.

E mentre il paese guarda con nostalgia alla libertà perduta dietro le sbarre del lockdown, i player politici si studiano l’un l’altro, ma nessuno ha il coraggio di fare la prima mossa. Non la possono fare 5Stelle e Pd: il partito grillino che nel Parlamento ha la maggioranza relativa ha svariati problemi interni, il partitone tricolore - arrivato al governo per grazia ricevuta (grazie Salvini...) - va avanti con la felice strategia messa in pratica dal suo segretario Zingaretti ai tempi delle elezioni europee, ‘meno ci notano più ci votano’.

Il vero stallo alla messicana è quello dell’opposizione, tre partiti, tre visioni divergenti sul prossimo futuro: Berlusconi tiene troppo all’Europa e agli amici del Partito popolare per seguire Mojito Salvini all’assalto del governo Conte; lo stesso Salvini invece di incensare il magiaro Orbán deve cominciare a preoccuparsi dell’incontestabile successo del collega di partito Zaia, governatore di un Veneto che ha fatto vedere a Lombardia (leghista), Piemonte (leghista) ed Emilia Romagna (destra Pd) che dando retta ai medici bravi il virus poteva essere contenuto; la sorella d’Italia Meloni, che da Zingaretti ha capito l’importanza del farsi notare il giusto nei momenti di crisi, sta aumentando come una formichina i suoi consensi, voti di simpatizzanti leghisti del centrosud delusi.

Stallo dunque, una situazione che va a vantaggio di Conte, passato nel giro di un solo anno da signor nessuno della politica a statista di rilievo continentale. I suoi maestri giovanili, tutti di matrice vaticana, possono essere orgogliosi di lui. Quanto all’Europa, allo stallo dei governi supplisce la Bce. Anche se non è un bene per la democrazia rappresentativa, il paracadute è robusto.

Anche per il popolo?


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