[Abbiamo chiesto ad una delegata che si è trasferita con la famiglia negli Stati Uniti di raccontarci con semplicità come la comunità del New Jersey in cui vive affronta le prossime elezioni presidenziali, le aspettative e le preoccupazioni, lette con gli occhi di una persona “qualsiasi”. Emanuela Nolli, vive negli Stati Uniti da circa nove mesi. Fino al trasferimento negli Stati Uniti è stata delegata FILCAMS presso la sede Milanese di Verizon. E’ stata anche membro del CAE dove ha svolto il proprio ruolo di rappresentante italiana nell’organismo sindacale europeo della grande multinazionale delle telecomunicazioni. Grazie Emanuela! F.A.]
Al fatidico giorno delle elezioni americane, 3 novembre 2020, manca pochissimo; in un anno sicuramente controverso per svariate ragioni, gli americani, con un certo fiato sospeso, sono in attesa del risultato finale. Ma come lo stanno vivendo questo periodo, che cosa pensano di queste Presidential Election?
Non dimentichiamoci che il sistema elettorale americano ha una sua specifica struttura e il giorno delle elezioni, che ricorre sempre il martedì successivo al primo lunedì di novembre, previa registrazione, incontra sempre una certa fetta della popolazione non incline a perdere una giornata lavorativa (quindi una giornata di paga) per recarsi al seggio assegnato non essendoci ovunque la possibilità, molto discussa, di votare, per quest’anno, via posta tramite USPS. Sono già 51 milioni gli elettori che lo hanno fatto.
Inoltre, più di cinque milioni di Americani condannati per reati (felony convictions) sia attuali o precedenti, non potranno votare per queste elezioni. Il diritto di voto però non è uguale di Stato in Stato; ad esempio in Maine, Vermont e DC le persone con reati non perdono il diritto di voto, mentre in alcuni Stati il diritto di voto si riacquisisce dopo la libertà condizionata (parole) o libertà vigilata (probation), e in altri Stati ancora il diritto di voto si perde indefinitamente per taluni reati. In Florida, uno degli Stati chiave per il sistema elettorale americano, a piu di 1,1 milioni di persone sarà vietato votare.
Il sentimento comune è sicuramente quello della speranza e della consapevolezza di essere ad un punto di svolta. Senza volere entrare nel dettaglio di quello che sta socialmente accadendo negli Stati Uniti, possiamo tranquillamente affermare che l’emergenza Covid (la cui gestione è purtroppo fallita miseramente) ha portato alla luce in maniera prepotente ed evidente una delle questioni principali degli Stati Uniti d’America, ovvero la disuguaglianza di stato sociale che, in maniera semplicistica si può banalmente leggere tra ricchi e poveri. Ma, come ben sappiamo, è molto di più. Parliamo di quella linea, nemmeno troppo sottile, che divide le città dalle aree suburbane, che vede una forte differenza al suo interno su come i quartieri sono strutturati e, di conseguenza, su come le scuole sono finanziate e di come poi diventa purtroppo troppo semplice distinguere tra la comunità bianca e tra la comunità di “black and brown people”.
Tutto questo ha creato sfiducia nelle leadership degli altri paesi registrando una forte perdita di credibilità agli occhi del mondo. Gli Stati Uniti sanno come dimostrare rispetto verso la propria gente: devono continuare a fare delle diversità la loro forza e dimostare, ancora una volta, di essere in grado di risollevarsi economicamente, ma essenzialmente di saper puntare sul piano umano continuando a lavorare su quella solidarietà che si vede e si percepisce in ogni comunità o quartiere; e che continua a vivere anche nelle manifestazioni sportive di NBA, NFL e NHL (l’equivalente per noi delle società sportive della serie A di calcio), dove ormai da tempo lo slogan “Black Lives Matter” fa da padrone.
Gli Stati Uniti, nonostante gli attuali problemi economico-sociali, rimangono la terra delle grandi opportunità che, come ogni cosa in cui crediamo fermamente, deve essere guadagnata con fatica e perseveranza; ma il risultato è quello che poi ti fa sorridere di quella pienezza che scalda il cuore.