Asette mesi di distanza dall’abbandono dell’Isola da parte di Coop Alleanza 3.0, noi lavoratrici e lavoratori ‘traslati’ nella società Superisola S.R.L., gestita dal gruppo Radenza, nutriamo un forte senso di sconforto e preoccupazione per il nostro futuro lavorativo.
Il Gruppo Radenza, infatti, dopo aver esternalizzato le gastronomie, le pasticcerie, le panetterie e le parafarmacie degli Iper della Sicilia, ha comunicato di recente l’intenzione di cedere ad un altro competitor i due Iper presenti su Palermo.
Su Catania, invece, nonostante le numerose adesioni all’esodo incentivato, viene ancora dichiarato un esubero di 60 FTE che l’azienda si propone di assorbire attraverso il trasferimento di alcuni di noi in due nuovi punti vendita a marchio Coop che apriranno a breve nel centro di Catania e attraverso il passaggio di alcuni di noi ad un’altra società, sempre diretta dal gruppo Radenza, la quale commercializza prodotti per l’igiene della casa e della persona.
Non è ben chiaro ancora in quale punto della provincia di Catania verranno aperti questi nuovi negozi, ma è stata chiara, al tavolo di trattativa, la proposta dell’azienda di innalzare da 30 a 50 km. di distanza dalla nostra residenza la possibilità di trasferimento su altri punti-vendita. Una proposta inaccettabile per le tantissime mamme lavoratrici che tentano di conciliare al meglio i propri tempi di vita con quelli di lavoro; una proposta inaccettabile per chi, come me, è inquadrata con un contratto part time e, in regime di Cigs, guadagna dai 700 ai 900 euro al mese.
Inoltre, durante l’ultimo incontro con le segreterie sindacali, l’azienda ha richiesto l’applicazione delle clausole flessibili che, qualora diventassero realtà, renderebbero faticosa la conciliazione del nostro lavoro in Coop con un altro lavoro part time, ovvero l’unico modo per molti di noi di raggiungere un livello di vita dignitoso.
Ha fatto bene il segretario Regionale neoeletto alla guida della Filcams Sicilia, Sandro Pagaria, a rispedire al mittente sia la richiesta dei trasferimenti fino a 50 km., sia la richiesta delle clausole flessibili.
Noi lavoratrici e lavoratori, adesso, aspettiamo con ansia la convocazione di un’assemblea attraverso la quale costruire, insieme alla segreteria della Filcams di Catania, un percorso che ci conduca ad un futuro meno incerto.