Nel territorio in cui vivo, nella mia Sardegna, nella provincia di Sassari, la Festa non si vende non è solo uno slogan: è uno status di vita. Gli usi, i costumi e le tradizioni sarde, ancora molto sentite, determinano la volontà di voler trascorrere le feste in famiglia una riunione familiare che unisce fino a tre generazioni, per abbracciarsi, chiacchierare, ricordare, giocare, cantare dall’alba al tramonto, preparare le papassinas ai Santi, l’albero di natale e il presepe l’8 dicembre, i ravioli di ricotta e il porcetto al forno a Natale, le formagelle a Pasqua, la faraddha dei Candelieri a Ferragosto… ed il vincolo di lavorare in quelle giornate e la conseguente assenza in famiglia è vissuta dalle lavoratrici e lavoratori che operano nel mondo del commercio come un grande disagio, un sopruso.
Perché bisogna dirlo una volta per tutte: il commercio non è un’attività essenziale paragonabile ai servizi medico-sanitari o a quelli delle forze dell’ordine pubblico! E’ un servizio che è già stato largamente ampliato: dal lunedì alla domenica, dalle 7 alle 23, in talune realtà h 24, rendendolo fruibile a tutti. La domanda è: perché anche nel festivo? Il riposo domenicale e festivo è uno dei più antichi diritti del lavoratore e laddove si è praticata la sistematica apertura domenicale e festiva si è ottenuto un solo risultato: la grande distribuzione ha distrutto il piccolo commercio.
La festa non si vende e non si obbliga: lavoratrici e lavoratori vogliono riappropriarsi del sacrosanto diritto di avere diritti. Del diritto di scegliere se lavorare in un giorno che per tutti è di festa.
La FILCAMS-CGIL di Sassari è da sempre molto sensibile a questa necessità. Sostiene e guida i lavoratori nella rivendicazione di questo diritto. Il giorno festivo è già retribuito nella busta paga, la prestazione lavorativa in quella giornata è pagata con le maggiorazioni del lavoro supplementare (per i part time) e straordinario (per i full time): ciò significa che non è una prestazione ordinaria, non può essere imposta, deve essere condivisa tra le due parti. E allora che si fa? Consigliamo al lavoratore di comunicare anticipatamente al datore di lavoro la propria indisponibilità a lavorare nel festivo, chiedendo di non essere inserito in turno. Ma capita che l’azienda, sorda, non ne tenga conto e che il lavoratore, collocato in turno, risultando “assente ingiustificato” venga contestato.
A Sassari è accaduto! Il gruppo Supermercati Europa Sardegna, settore alimentare, nel novembre 2019 contestò a 12 lavoratori iscritti alla FILCAMS - che si erano astenuti dalla prestazione lavorativa nel giorno 1° novembre 2019 - l’assenza ingiustificata, nonostante fossero state inviate con largo anticipo le e-mail di non disponibilità alla prestazione festiva.
Rispondemmo, tramite audizione, a tutte le contestazioni, informando il datore di lavoro che avremmo impugnato qualsiasi provvedimento disciplinare fosse stato emesso. La compattezza e la fierezza dei lavoratori coinvolti fecero desistere il datore di lavoro nel proseguire e rafforzò in tutti la consapevolezza del diritto a “non vendere la festa”!!!
Andò decisamente peggio ad una lavoratrice del gruppo Coin di Sassari, che per lo stesso motivo si vide intimare il licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Il licenziamento fu impugnato, il Tribunale del Lavoro di Sassari sentenziò la ragionevolezza della scelta della lavoratrice e obbligò l’azienda al reintegro della lavoratrice.
Oggi però ci troviamo di fronte a un nuovo sopruso: i nuovi contratti part-time sono molto più stringenti e tra le condizioni di assunzione vi è l’obbligo alla prestazione lavorativa nel giorno festivo.
E allora che si fa per contrastare questo abuso? Quello che sappiamo fare bene: lo sciopero!!!
Le lavoratrici e i lavoratori del commercio sono disposti a perdere la retribuzione di quella giornata pur di riappropriarsi del diritto di scelta, del diritto di libertà, del diritto di vivere quella giornata come meglio credono, perché non sono merci sullo scaffale, ma donne e uomini, non hanno un prezzo di listino ma dignità! ‘Mondo Convenienza’ è questo genere di azienda: dipendenti con orario part-time molto piccolo, prigionieri di una azienda che li vuole presenti sempre, perché a farla da padrone è il dio catalogo! Con la volontà di avere uomini e donne frustrate, perché non si tenta neanche un approccio di collaborazione e condivisione, come ad esempio predisporre già a inizio anno un calendario di turnazione nei festivi.
In un territorio impoverito come il nostro, il posto di lavoro a tempo indeterminato è tutto, per cui al momento della assunzione firmi il contratto, accettando tutte le condizioni: flessibilità ed elasticità, trasferimenti e lavoro festivo e domenicale.
Ed è per questo che già dall’8 dicembre 2021 proclamiamo lo sciopero ad ogni festivo, auspicando che si possa iniziare quanto prima una discussione seria con la azienda per regolamentare questa situazione.
Incrocio tutti i giorni gli sguardi tristi di questi lavoratori, al pensiero di andare al lavoro in un giorno in cui tutti vivono la festa come meglio desiderano; percepisco tutta la loro sconfitta nel sentirsi inadeguati nel loro ruolo familiare, e tutta la loro amarezza nell’essere additati come ingrati nei confronti del datore di lavoro.
Ed è per questo che sento addosso la responsabilità di sostenerli, informarli e di percorrere insieme a loro quel pezzettino di strada alla riconquista del diritto perso in nome di una società capitalista, che misura tutto solo con fatturati e margini di guadagno; una società in cui il lavoratore e la lavoratrice sono merci da prezzare, risorse da sfruttare, numeri matricola e non persone. Combatto per questo e continuerò a farlo perché credo e spero in un modello sociale più solidaristico, rispettoso e meno egoista.
La Festa non si vende e la Filcams non smetterà mai di crederci e di lottare per questo e per tanti altri diritti.