22 dicembre. La piazza del contratto - di Michele Martinello

Nei giorni precedenti allo sciopero del 22 dicembre, gli incontri e riunioni nella mia azienda mi avevano profondamente deluso in quanto, seppur d’accordo sull’esigenza di arrivare allo sciopero, non avvertivo nei colleghi e compagni la voglia di partecipare attivamente allo stesso.

Mi sentivo in colpa per non essere riuscito a far scattare la scintilla che dovesse animare il fuoco della rivolta e la voglia di manifestare a Milano.

Con questo stato d’animo mi sono alzato, con poche ore di sonno, alle quattro di mattina per recarmi - dopo una doccia rinfrescante ed una leggera colazione - alla sede della Camera di Lavoro di Padova per salire in uno dei due autobus predisposti per la giornata.

Fortunatamente, già prima di salire ed anche nel viaggio per arrivare a Milano, ho potuto effettuare alcuni scambi di opinioni con i compagni e le compagne presenti, che mi hanno fatto entrare nel clima della manifestazione. Ed ho capito che l’adesione era venuta a mancare anche da parte di altre realtà aziendali.

All’arrivo a Milano, è stato bello vedere che man mano che ci avvicinavamo a Piazza Castello, ove sarebbe partito il corteo, c’erano delegazioni di compagni da varie zone del Nord Italia, che si avviavano a manifestare.

Alla partenza del corteo mi ha entusiasmato unirmi, assieme alla delegazione di Padova, a tutti i cortei della regione Veneto e vedere il numero imponente di partecipanti allo sciopero.

A quel punto la negatività con cui era iniziata la giornata si era dissolta e con i cappelli, i fischietti e le manine di plastica, gadget forniti in piazza, abbiamo seguito le canzoni che accompagnavano il corteo: da “Bella Ciao” a “Cento Passi”.

Siamo arrivati, dopo la sfilata in Piazza Sempione, all’Arco della Pace, dove circa diecimila persone l’avevano riempita ed abbiamo ascoltato gli interventi dei delegati e delle segreterie nazionali della Filcams, Fisascat ed Uiltucs.

Molto toccante l’intervento della delegata Filcams del Mc Donald’s, che ha accusato l’azienda dei part time involontari; ed è stato bello vedere finalmente manifestare la CISL al fianco delle altre due sigle sindacali in modo unitario.

Dal palco, oltre al susseguirsi dei vari interventi, è stato utile sentire le percentuali di adesione allo sciopero dei maggiori gruppi nelle varie città, in particolare avere notizie del cento per cento in alcune realtà del turismo e del commercio.

Al termine della manifestazione, dopo aver ripreso la via di ritorno ed esserci fermati per il pranzo in un’area di sosta, abbiamo condiviso le impressioni e le emozioni della giornata e ci siamo ripromessi di essere ancora in piazza per altre manifestazioni, finché non avremo il contratto che ci spetta ormai da quattro anni.

Al lavoro e alla lotta!


Il sindacalista 

Carlo Maria Martini

«Colui che si mette in leale rapporto con gli altri, responsabile dei diritti umani, capace di reggere l’utopia e di contagiare anche coloro con cui opera agli stessi suoi entusiasmi. Sa essere presente e sa motivare le scelte, conosce il più possibile il lavoro di ciascuno e perciò è competente, cerca di capire e guarda all’essenziale. Non ha preoccupazioni per propri interessi monetari e rifiuta il privilegio che è il tarlo di ogni convivenza. Preoccupandosi di ciascuno, difende non i soldi ma il valore delle persone, lottando anche per il giusto riconoscimento economico».
[pubblicato il 7 settembre 2012 su “Conquiste del Lavoro”, cose giuste scritte nel posto meno adatto]