Dopo il 22 dicembre, nuove sfide per i lavoratori
La logistica del farmaco è al centro del processo di distribuzione dei medicinali. Si pone a metà strada tra l’industria chimica farmaceutica e le farmacie sul territorio.
La situazione del settore, e di tutto il mercato farmaceutico in Italia e in Europa, è da sempre sottoposta a variazioni dovute a molteplici fattori: le leggi e le normative, le innovazioni scientifiche e, lo abbiamo sperimentato durante il periodo della pandemia da Covid 19, le politiche di salute pubblica.
La distribuzione dei farmaci è un mercato complesso perché dipende da reti di fornitori, distributori e farmacie, che si muovono in un equilibrio difficile tra la ricerca del profitto e la necessità di sostenibilità per i pazienti e per il sistema sanitario.
Quindi, le questioni legate all’accessibilità economica ai farmaci, da parte di un numero sempre crescente di cittadini, soprattutto in un paese di anziani come il nostro, sono costantemente oggetto di analisi.
All’interno di questa dimensione del mercato (ma di un mercato che dovrebbe avere a cuore un bene fondamentale come la salute delle persone) si colloca la nostra azione di sindacato dei lavoratori nel mondo del farmaco. Un’azione costante e faticosa, certe volte di sola difesa delle conquiste sindacali e contrattuali, spesso rimesse in discussione dalle aziende, ma sempre protesa a difendere il lavoro, la dignità del lavoro e la qualità del nostro operato.
Anche in questo 2023 abbiamo avuto attriti, lotte e rivendicazioni, ma abbiamo tenuto il punto. Se abbiamo contrattato e sottoscritto accordi difensivi, a volte dolorosi per le lavoratrici e i lavoratori che rappresentiamo, è stato per ridurre l’impatto devastante di politiche aziendali che portavano in dote esternalizzazione di settori non considerati strategici, licenziamenti conseguenti a riorganizzazioni di uffici e reparti. Nel caso specifico di Comifar, azienda leader del settore, in cui lavoro e svolgo la funzione di RSU ed RLS, è stato un anno contradditorio: dopo la sottoscrizione di un sudato, ma soddisfacente rinnovo del contratto integrativo aziendale, abbiamo discusso di una procedura di licenziamento collettivo. Se siamo riusciti a limitarne l’impatto è stato grazie al lavoro svolto collettivamente dal coordinamento delle delegate e dei delegati in un continuo, e proficuo rapporto, con le strutture territoriali e nazionali.
In questo quadro generale abbiamo affrontato gli scioperi confederali prima e quello del commercio del giorno 22 dicembre. Mai come in questa occasione abbiamo assistito ad una partecipazione attiva dei nostri colleghi. Sia durante le assemblee che nella giornata dello sciopero l’attenzione è stata massima. La consapevolezza che nella mobilitazione della categoria si gioca la battaglia per il nostro futuro salariale e contrattuale è diffusa. Vedere il nostro contratto nazionale non rinnovato da troppo tempo rischia di vanificare anche i risultati raggiunti nel contratto aziendale e la dinamica dell’inflazione, che anche senza essere fini economisti è visibile ed incide pesantemente sulle nostre vite, ha sollecitato la partecipazione attiva di tutti. Non tutti, questo è chiaro, ma moltissimi sono stati coloro che hanno scelto il giorno del 22 dicembre di non andare al lavoro e di partecipare alle manifestazioni di Milano, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo.
Per noi lavoratori della distribuzione del farmaco sono importanti le condizioni salariali, gli orari di lavoro, i diritti legati alla salute e alla sicurezza: se il contratto nazionale non può risolvere tutto, la nostra azione sindacale può cambiare una situazione troppe volte insostenibile. Di questo ne siamo oggi tutti convinti. Lo abbiamo visto anche nel corso delle nostre vertenze in Comifar: un’azione coordinata e condotta in maniera solidale fra tutti ha permesso di modificare alcuni atteggiamenti aziendali che destavano molta ansia.
Registrata con soddisfazione l’esperienza dello sciopero del 22 dicembre, abbiamo davanti nuove sfide e obiettivi da perseguire nel prossimo futuro: in primis quello di poter regolarizzare il maggior numero di colleghi somministrati possibile (vera piaga del nostro settore nel quale le aziende cercano sempre, in prima battuta, di risparmiare sul costo del lavoro).
Per concludere, ci tengo a sottolineare che il sindacato che noi pensiamo è quello della contrattazione e delle lotte rivendicative, ma anche della cooperazione con le aziende più illuminate, della condivisione delle problematiche e della condivisione di problemi e soluzioni che si potranno sottoscrivere con quelle controparti mature che, sappiamo bene pensano ai risultati di profitto, ma senza trascurare il benessere e il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Auspichiamo quindi un 2024 di partecipazione alle lotte sindacali, sulla scia della grande partecipazione agli scioperi di novembre e a quello del 22 dicembre, fiduciosi nel rinnovo del CCNL alle giuste condizioni da noi richieste.