Sul contratto della ristorazione collettiva: una firma di cui andare fieri - di Daniela Droghetti

Aumenti salariali e interventi normativi che danno una risposta positiva alle esigenze degli addetti del settore

Dopo tre anni di attesa e lunghe trattative, che ci hanno visti in prima linea per la difesa dei diritti dei lavoratori, il 5 giugno è stata siglata l’intesa di rinnovo del Contratto nazionale Pubblici Esercizi Ristorazione Collettiva, Commerciale, e Turismo applicato ad oltre 1 milione di lavoratrici e lavoratori delle 333mila aziende del settore.

Dopo numerose iniziative di mobilitazione culminate nello sciopero nazionale del 22 dicembre 2023, siamo giunti finalmente alla sigla del contratto della ristorazione collettiva, con l’associazione datoriale Fipe, scaduto il 31 dicembre 2021.
Il percorso di rinnovo non è stato semplice, ancor più quando ANIR e ANGEM (sigle datoriali uscite dalla più grande FIPE) hanno inviato formale diffida dal procedere al rinnovo del contratto, in quanto richiedevano apertura di un “Tavolo negoziale della ristorazione collettiva” dedicato, separato, proposta per noi inaccettabile.

La sottoscrizione dell’accordo rappresenta un risultato importante ottenuto dopo un negoziato articolato e complesso, sostenuto con la mobilitazione e l’impegno di tutte le delegate e delegati, lavoratrici e lavoratori. L’ipotesi di rinnovo firmata si distingue dalle altre perché respinge le numerose richieste di scambio diritti/salario che le controparti avevano portato al tavolo negoziale e conferma la centralità e unicità del Contratto Nazionale.

L’intesa, con vigenza dal 1° giugno 2024 fino al 31 dicembre 2027, definisce un aumento contrattuale a regime di 200 euro al 4° livello, da riparametrare per gli altri. La prima tranche di aumento salariale di 50€ sarà corrisposta con la retribuzione del mese di giugno 2024; seguiranno altre 4 tranche di 40, 40, 30 e 40 euro.

Oltre all’aspetto economico, elemento sicuramente importante per le lavoratrici ed i lavoratori impiegati nel settore, questo contratto si contraddistingue anche per i significativi interventi su altri aspetti.

Nello specifico è stato previsto l’aumento di 3 euro del contributo per l’assistenza sanitaria integrativa Fondo EST a carico delle aziende a partire dal 1° gennaio 2027, ed è stato previsto un incontro che individui le modalità per garantire la copertura dei periodi di sospensione per le lavoratrici e i lavoratori con Part Time Ciclico (le addette e gli addetti alle mense scolastiche…) che vedevano la propria copertura interrotta durante il periodo di sospensione lavorativa.

Sulla classificazione del personale sono state riviste le classificazioni delle nuove figure professionali rispetto all’evoluzione dei vari comparti.

E’ stato confermato, dopo una richiesta sindacale di specifica, l’automatismo di passaggio dal livello 6° livello al 6° super, per le addette mense, rivedendone le tempistiche.

Per le politiche di genere sono state inserite per la prima volta nell’articolato normativo le misure di contrasto alle molestie e violenze nei luoghi di lavoro, prevedendo percorsi di formazione e informazione, tra i quali un’ora di assemblea retribuita dedicata e aggiuntiva. Previsti, poi, ulteriori 90 giorni di congedo retribuito al 100% per le donne vittime di violenza di genere, in aggiunta ai novanta previsti dalla Legge, definendo poi la possibilità di essere trasferiti in altre sedi di lavoro e di essere escluse da turni disagiati.

Rivisitati e aggiornati alle norme di legge gli articoli riferiti ai congedi di maternità e paternità obbligatori e facoltativi, migliorando anche la parte riferita alle pari opportunità e alla parità di genere.

Confermato per le lavoratrici e i lavoratori part time un esame congiunto volto al consolidamento del lavoro supplementare svolto in maniera continuativa, semplificandone la richiesta che spesso non veniva recepita dalle aziende.

Insomma, una firma importante di cui andare fieri per un settore difficile, che si aggiunge ai numerosi altri contratti rinnovati in questi ultimi mesi, grazie alla lotta. Ora la parola alle lavoratrici e ai lavoratori di settore che in queste settimane dovranno pronunciarsi previa consultazione nei luoghi di lavoro.


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