Yurii Sheliazhenko e Boris Kagarlickij: questi sono i nostri eroi - di Andrea Montagni

Quattrocentomila tra morti e feriti nelle file dell’esercito ucraino, con decine e decine di migliaia di invalidi. Centocinquantamila tra le truppe di invasione russe.

Famiglie distrutte, padri e madri, conviventi privati dei loro affetti, decine di migliaia di orfani. Le vittime civili, sia nelle zone sotto controllo ucraino che in quelle sotto controllo russo, sono migliaia. Milioni di profughi, donne e bambini soprattutto, decine di migliaia di disertori e di renitenti alla leva sotto minaccia di essere consegnati ai loro governi.

Nessuno tragga consolazione dal fatto che in questa guerra, per la prima volta dopo anni (la guerra in Vietnam, quella jugoslava del 1991, quella in Afghanistan, quella in Yemen, quella tra Etiopia e Eritrea), nessuno effettua bombardamenti a tappeto sistematici e le vittime civili sono di gran lunga inferiori a quelle militari. Essere di genere maschile all’anagrafe ed avere un’età tra i 20 e i 40 non è una “ragione” per essere mandato a uccidere o morire!

La guerra in Ucraina è una miccia accesa sotto i culi di tutti noi. Una miccia nelle mani irresponsabili di governanti cinici, quelli degli USA e dei paesi della NATO e della Ue, che usano gli ucraini come carne da cannone a cui fornire armi (anche all’uranio impoverito! Tanto son loro che ne moriranno) per fargli combattere la guerra della NATO contro la Russia e quella del governo russo che – violando le leggi internazionali – ha voluto risolvere manu militari il contenzioso sulla sicurezza nell’Est Europa.

In Italia la gente continua ad essere contraria alla guerra; la CGIL è tra i pochi sindacati europei che non si è fatto trascinare dallo sciovinismo bellicista; l’associazionismo laico e cattolico è per la pace. Diamo più forza alla pace!

Voglio rendere omaggio a due militanti della causa della pace, Yurii Sheliazhenko del movimento pacifista ucraino e Boris Kagarlickij, attivista altermondialista e socialista russo, simboli della volontà di opporsi alla guerra e tutti e due arrestati dalle autorità dei loro paesi.

Ho conosciuto Boris quando partecipò al Forum Sociale europeo di Firenze e lo ospitai nella mia casa. Era già stato in carcere, lui, nel 1982 - allora sostenitore di Berlinguer e dell’eurocomunismo - e mai ha abbandonato l’adesione alle idee socialiste e al marxismo.

Un abbraccio Boris!


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