All’Assemblea Generale della Filcams-Cgil Nazionale del 18 e 19 settembre a Roma, il Segretario generale ha detto: “Saremo come non mai uniti nella solidarietà… e saremo uniti nella lotta per l’umanità del lavoro”.
Le parole sono importanti e parlare di “solidarietà”, e di ricostruzione di una coscienza sociale e di classe atta a rendere indissolubile il connubio tra lavoro e umanità, significa rendere visibili le tante condizioni di bisogno e fragilità lavorativa che con fatica cerchiamo di rappresentare, ma contestualmente chiamare ad una presa di responsabilità tutti e tutte.
Per questo credo che in una fase così delicata come quella che la nostra categoria si trova ad attraversare, alle prese con 15 tavoli negoziali contrattuali aperti, sia importante il sostegno della Cgil, ma anche il supporto di tutte le categorie così come la Filcams-Cgil non farà mancare il proprio. E non semplicemente per un mero principio di “reciprocità” ma perché riconosciamo che il valore di ciascuno sia importante per il benessere della collettività: questo è solidarietà.
In vista della mobilitazione per sostenere la piattaforma e le iniziative e gli scioperi della CGIL su “La via maestra”, si rendono sempre più necessarie assemblee intercategoriali e di sito.
Si rendono sempre più necessari momenti nei quali i lavoratori e le lavoratrici possano socializzare condizioni simili e/o di fragilità pur avendo diversi contratti collettivi nazionali applicati.
Mai sentirsi sufficienti, ma sempre indispensabili in vertenze collettive. Abbiamo bisogno gli uni degli altri perché i processi produttivi si somigliano sempre di più.
Il nostro compito è quello di ricostruire ciò che il “capitalismo predatorio” ha diviso e polverizzato.
Per questo, nonostante il tremendo attacco padronale, un governo per nulla amico che sferra i suoi fendenti contro la Confederazione, un sistema Paese depauperato da risorse ispettive ridotte a circa 2300 ispettori del lavoro su tutto il territorio nazionale, un quadro normativo lavoristico precarizzato e pieno di lacune… serve una risposta forte, collettiva e per nulla corporativa.