Esperienza sul campo di contrattazione e rappresentanza nei servizi
La battaglia sindacale dei dipendenti di GPI, la nostra battaglia, è giunta ad un primo, fondamentale successo. Nello scorso mese di settembre abbiamo siglato il primo contratto integrativo del gruppo, che è conosciuto soprattutto per la gestione dei CUP (centri unici di prenotazione), ma opera in maniera capillare sul territorio nazionale, nel campo degli appalti del mondo sanitario.
Oltre ad una breve analisi dell’accordo raggiunto ritengo fondamentale ricordare come si è arrivati alla sottoscrizione di questo accordo.
Durante il periodo della crisi sanitaria pandemica del 2020 la società aveva avviato le procedure per la cassa integrazione. Questo fatto provocò una forte presa di coscienza nell’insieme delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo che, lavorando in ambito sanitario, non accettarono facilmente la scelta aziendale di richiedere l’ammortizzatore sociale, tra l’altro non anticipato.
Noi lavoravamo a pieno regime e ci sembrò scandaloso che, in questa situazione di crisi per gli altri settori produttivi, si cercasse di sfruttare l’occasione per gestire flessibilità organizzative con soldi pubblici, riducendo il salario delle persone. Dobbiamo ricordare che nel gruppo si utilizza il contratto dei multiservizi ed il salario medio delle dipendenti e dei dipendenti, è inferiore anche a quello di altre società che operano, come noi, nel campo sanitario, applicando contratti di tipo diverso. La penalizzazione della cassa sembrò a tutti un grave errore. A incendiare ulteriormente il clima fu poi la richiesta, da parte aziendale, alle dipendenti e ai dipendenti di mettere a disposizione delle proprie ore di lavoro per sostenere quei colleghi che lavoravano meno, con più ore di cassa e salario ancor inferiore. Ma come dicemmo tutti, tu azienda, che già utilizzi la cassa in un momento che riteniamo improprio, ci chiedi di ridurre ulteriormente il salario per offrire quel conforto economico a colleghi che tu hai contribuito a mettere in difficoltà.
A seguito di questa situazione si è creato in azienda il clima favorevole per sostenere finalmente parte delle rivendicazioni che, come RSA e RSU del gruppo, facevamo da tempo: avere un contratto integrativo aziendale che sostenesse il salario di chi lavora e che cercasse di comporre le numerose differenze esistenti tra lavoratrici e lavoratori impiegati negli stessi servizi ma in diverse aziende sanitarie e regioni d’Italia (e quindi diversi appalti).
Con la FILCAMS CGIL, la FISASCAT CISL e la UILtrasporti abbiamo allora avviato il percorso negoziale durato quasi 3 anni che è sfociato oggi nella sottoscrizione del primo contratto integrativo aziendale di una società, o un gruppo di società, che applica il contratto dei Multiservizi.
I ticket restaurant, un bonus per la nascita dei figli, la possibilità di lavorare in smart working a rotazione per il personale impiegato nei call center, il consolidamento delle ore di lavoro per il part time ed un sistema di relazioni sindacali regolamentato e consolidato che permetterà una rappresentanza maggiore e più capillare sia di RSA/RSU che di RLS sono i capitoli più significativi. Manca ancora, purtroppo l’intesa sul premio di risultato e su una ridefinizione della declaratoria dei livelli nel CCNL; questo è il rammarico maggiore di una trattativa importante che ci offre importanti prospettive per il futuro in azienda. Su questo punto l’impegno è lavorarci ancora per arrivare ad una più equa adesione alla realtà dei livelli di inquadramento e una definizione più qualificante delle mansioni e insieme a provare a definire un possibile premio: non è semplice trovare un parametro di produttività che realizzi la sintesi fra le diverse attività svolte in azienda, ma con maggiore impegno da parte aziendale e uno sforzo di creatività da parte nostra ritengo che questo risultato possa essere raggiunto.
Quando si sigla un contratto integrativo non bisogna solo limitarsi a giudicarne il risultato e i testi sottoscritti: è indispensabile comprendere il valore politico e di relazione con i colleghi che rappresentiamo al tavolo della trattativa. Per la prima volta GPI è stata costretta a confrontarsi con una delegazione sindacale nazionale determinata ad armonizzare le condizioni di lavoro in tutta Italia e a rivendicare per tutti i dipendenti un riconoscimento più equo della propria professionalità. Di per sé l’opportunità di unire ed organizzare gli interessi di migliaia di lavoratrici e lavoratori dapprima divisi dalla frammentazione di appalti di dimensioni anche molto diverse tra loro e spalmati su tutto il territorio, era già una grande vittoria e la conclusione di questo primo passo non può accontentarci né farci dimenticare l’obiettivo principale delle nostre lotte.
È indubbio che la battaglia primaria che noi, come RSU e RSA, del gruppo abbiamo sostenuto in questi anni è stata quella del contrasto alla logica dell’appalto di servizi come unico destino possibile per le nostre attività professionali. Nel sistema sanitario nazionale, riteniamo, non sia tollerabile che alcune attività svolte in stretta relazione con il personale sanitario vengano svolta in appalto. Pensiamo a noi che operiamo nel CUP, ma anche a tutto il personale che si occupa della pulizia e dell’igiene degli ambienti sanitari; personale specializzato ed attento a rispettare rigidi e seri protocolli sanitari ed igienici. La pulizia degli ambienti, la gestione dell’utenza e delle proprie necessità in ambito amministrativo, tutti i servizi tecnologici, creati e gestiti al servizio di medici ed operatori sanitari sono attività primarie nella sanità, e non accessori su cui ricavare risparmi. Ma se oggi ancora non sono forti le condizioni per internalizzare le nostre attività, essere stati capaci di aumentare il reddito delle persone, offrendo un contratto integrativo con alcuni istituti anche di carattere economico, oltre che un quadro normativo migliore, è un passo importante e che considero storico.
Intanto, a proposito del rapporto con i nostri colleghi, in queste settimane ci stiamo confrontando nelle assemblee per l’approvazione dell’accordo; anche questo è un passaggio importante per il consolidamento dell’attività politica e sindacale nel mondo degli appalti nella sanità.