Pentastellati, forzisti e bipolarismo coatto - di Frida Nacinovich

“Se si votasse domani andremmo da soli”. Così parlò Giuseppe Conte, nel bel mezzo della votazione bis degli attivisti pentastellati per dare un nuovo impulso al Movimento. Un bis chiesto dall’ex Elevato, quel Beppe Grillo che per parte sua ha già fatto il funerale, compresa la cassa da morto alla creatura politica che più di ogni altro ha contribuito a far nascere. Il voto era stato chiesto dallo stesso Conte, per dare coordinate precise a un Movimento che l’ex premier vorrebbe strutturare come un partito politico a tutti gli effetti. Apriti cielo! Grillo non ci sta e allora si rivota. Ma certo è che l’ultima dichiarazione di intenti dell’ex premier fa arrabbiare parecchio il Pd, e non depone certo a favore del successo del capo largo, o come dir si voglia.

Se Atene piange, Sparta non ride. I risultati delle elezioni regionali fanno aprire bottiglie di champagne dalle parti di Forza Italia, che è passata avanti a una Lega di Matteo Salvini in evidente difficoltà. Il ministro dei Trasporti sta arrancando quanto e più del trasporto ferroviario che dovrebbe sovrintendere. Per giunta a Bruxelles, nel comodo attico del Partito popolare europeo, si sta guardando con una certa soddisfazione all’entrata di Giorgia Meloni nella maggioranza che sostiene Ursula Von der Leyen. In politica uno più uno talvolta può non fare due. E allora perché non approfittarne, pensa Antonio Tajani? Diciamolo, è iniziata una nuova fase politica dalle parti di palazzo Chigi, e anche il plateale smarcamento forzista di fronte all’ultimo atto del risiko bancario (UniCredit - Banco Bpn) che tanto sta facendo infuriare non solo Salvini ma perfino l’algido ministro Giorgetti, è indicativo di una nuova stagione politica nella trimurti inventata trent’anni fa da Silvio Berlusconi.

A ben vedere se non ci fosse la camicia di forza del bipolarismo, queste vicende potrebbero essere viste come normale dialettica politica tra forze diverse. Ma dato che il Pd ha bisogno dell’M5S per sperare di vincere le prossime elezioni politiche, e la sorella d’Italia Giorgia Meloni ha bisogno sia dei forzisti che dei leghisti per mantenere la roccaforte di Palazzo Chigi, il cielo della politica italiana si fa nuvoloso. E quando ci sono le nuvole, spesso e volentieri finisce per piovere.


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