Non c’è il voto utile, c’è l’utilità del voto - di Giacinto Botti

Per il lavoro, l’eguaglianza, i diritti sociali e civili. Le sfide per il domani sono nei processi sociali ed economici globali di oggi: la pace contro le guerre, prima di tutto.

L’8 e il 9 giugno andremo a esercitare il diritto di voto conquistato dopo il ventennio fascista. Il rifiuto della guerra rimane per noi dirimente. La pace è condizione imprescindibile per costruire il futuro, L’Europa della pace, dei popoli, del lavoro e dell’eguaglianza va ricostruita, ripensata.

Da tempo l’idea di un’Europa sociale e di progresso dei padri fondatori è stata rinnegata; è naufragata nel mare del liberalismo, dell’austerity, nel becero populismo nazionalista, nelle guerre per procura di un Occidente in declino. Quell’Europa che governanti irresponsabili stanno spingendo nel burrone della guerra mondiale, incapace di imporre la risoluzione dell’Aja per il cessate il fuoco dinanzi al genocidio del popolo palestinese. E intanto il Consiglio europeo conviene sulla necessità di sconfiggere la Russia attraverso l’aumento delle spese militari e l’invio di nuove armi, per continuare il massacro del popolo ucraino, e vota per la politica dell’austerity che comporterà per l’Italia un taglio delle spese sociali di 13 miliardi l’anno.

L’offerta politica non eccelle: tanta autoreferenzialità, inadeguatezza, senza distinzione tra destra e sinistra su questioni dirimenti come la guerra e l’austerity liberista, favoriscono l’astensione. Ma il voto per l’Europa ci interessa. Non esiste il voto utile, ma l’utilità del voto. Votiamo per partiti, movimenti, candidati che rappresentino il nostro sentire, sostengano coerentemente le nostre proposte: contro la guerra, per la pace, il lavoro e i diritti sociali.

Lo scontro rimane generale tra capitale e lavoro, tra sfruttati e sfruttatori.


Email