La manifestazione che si è tenuta sabato 9 marzo ha ridato voce al popolo della pace. Oltre 30 mila persone hanno sfilato per le strade di Roma in nome della libertà di manifestare, per il cessate il fuoco a Gaza, per la pace e la giustizia non solo in Medio Oriente.
La Cgil c’era, presente con le sue bandiere, ma anche con quelle della pace che si sono intrecciate nel corteo a quelle della Palestina, al fianco di tantissimi studenti e studentesse.
Il terribile attentato terroristico a Mosca, nella sala concerti ‘Crocus City Hall’, la sera di venerdì 22 marzo, che è costato la vita ad almeno 139 persone di cui 3 bambini e oltre 180 feriti (il più grave attentato terroristico dai tempi di Beslan (333 vittime) ha ancora di più acuito il clima di tensione e terrore che aleggia nel mondo.
La situazione nella Striscia di Gaza è catastrofica e continua a peggiorare: la carestia incombe e i bambini muoiono di fame. Ormai non servono più semplici generi alimentari ma alimenti salvavita. Il barbaro governo di Netanyahu sta perpetrando un vero e proprio genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Il tutto alle porte dell’Europa.
Qualche giorno fa, Luigi Ferrajoli scriveva sul Manifesto: “Dovrebbero chiedersi, tutti costoro, quale pace potrà seguire a queste guerre senza fine, sempre scatenate nell’illusione di sconfiggere il nemico, ma sempre destinate a concludersi senza vincitori e sempre e soltanto con la sconfitta di tutti. Ma oggi la logica del nemico – in un mondo sempre più armato, sempre più incattivito e diviso e sempre più dominato dal clima di odio e dalle ossessioni identitarie – accomuna tutte le forze in campo. Essa è destinata a prevalere, se non ci sarà un risveglio della ragione, perché vale a colmare il totale vuoto morale e intellettuale della politica”.
Questo è il punto: il vuoto morale e intellettuale della politica!
L’ horror vacui va colmato, perché ci sono tanti modi per fare la pace, tranne uno: la guerra. Non dovremmo mai stancarci di dire che la guerra, non può e non deve più essere considerata come una soluzione dei conflitti. Se vuoi la pace, prepara la pace. La guerra non si vince con la guerra.
Questa pretesa è insostenibile. Ma la Cgil deve fare di più!
E’ l’unica organizzazione di massa che può avere un ruolo importante nel promuovere processi dal basso e mobilitazioni, che, in nome della diritto umanitario internazionale, chiedano la ricostruzione di un dialogo, il rispetto dei diritti umani, il cessate il fuoco a Gaza e si oppongano ad ogni tipo di violenza e massacro.
Può davvero aggregare il lavoro organizzato ed essere protagonista di una stagione di lotte contro la velenosa economia di guerra, in Italia come nel mondo intero.
Però ci deve credere!
La guerra è un attacco ai diritti delle generazioni presenti e future, a Gaza come in Ucraina.
Lo sviluppo non può avvenire in mezzo alla guerra e la pace non è sostenibile senza giustizia.
Per questo, in nome del diritto internazionale, per la pace e i diritti umani, per Gaza, contro il conflitto Ucraino-Russo, contro tutti i conflitti e all’ombra di una terza guerra mondiale, per la giustizia sociale, servirebbe uno sciopero generale con una sola parola d’ordine: Pace!!!