Il valore dei contratti non è mai facile da definire. Un parametro su cui un contratto nazionale deve essere valutato è il contesto in cui quel contratto viene siglato, altrimenti si assegnano pagelle senza fare una seria valutazione politica e sindacale. In questi giorni il quadro dei rinnovi dei contratti nazionali aperti nella nostra categoria si compone di nuovi tasselli, sia positivi che negativi.
Il primo tassello positivo è certamente quello della sottoscrizione dei tre contratti del terziario siglati rispettivamente con Confcommercio, Confesercenti e la distribuzione cooperativa. Soprattutto l’intesa con Confcommercio è importante essendo questo il contratto madre di tutta la contrattazione nel mondo del terziario.
I tasselli negativi sono quelli dalla paralisi delle trattative quasi completa nel mondo del turismo e la rottura, di queste ore, sul tavolo di Federdistribuzione. Ma l’intesa con Confcommercio dà più forza anche alla lotta per il rinnovo del contratto di Federdistribuzione. Anche agli scioperi già proclamati.
Intanto una prima valutazione è necessario farla sul rinnovo del terziario. La firma arriva dopo un’attesa lunghissima e dopo che la mobilitazione dei mesi scorsi ha permesso di riaprire la trattativa in condizioni rinnovate. Il risultato economico e la tenuta normativa dell’impianto contrattuale sono positivi.
Ci sono punti che dovranno essere verificati e sperimentati in corso di vigenza contrattuale: il possibile demando alla contrattazione integrativa del tema delle causali sui contratti a termine e le novità sulla classificazione del personale, le due questioni più rilevanti. Ma la firma di un contratto deve essere valutata nel suo insieme e se un metro di valutazione del valore di un contratto è la tenuta del suo impianto (con novità da sperimentare sia in termini positivi che di attenta cura) rapportata al risultato salariale. La lotta ha pagato e la scelta di mobilitazione della categoria è risultata corretta ed efficace.