Le verità scomode, dal Papa al generale Usa - di Riccardo Chiari

La “terza guerra mondiale a pezzi” fu denunciata da Jorge Bergoglio nove anni fa, nell’agosto del 2014, mentre Papa Francesco stava tornando a Roma da un viaggio in Oriente. I giornalisti al seguito del pontefice trasecolarono, il Papa venuto “dalla fine del mondo” - ricordando le sue origini argentine – aveva buttato non un sasso ma un macigno nello stagno delle diplomazie mondiali. Eppure Bergoglio ne era convinto, a tal punto che, negli anni che precedettero la grande pandemia, ribadì a più riprese questa chiave di lettura delle crisi internazionali che si succedevano con tragica regolarità. Crisi sempre analizzate con attenzione dal Vaticano, la più antica e ramificata organizzazione complessa del pianeta.

Al crepuscolo della pandemia, nell’ultimo mese del 2021, un capo di Stato incontra Bergoglio e gli esprime le sue preoccupazioni su quanto sta accadendo nell’Europa dell’est. “La Nato è andata ad abbaiare alle porte della Russia – avverte l’interlocutore del pontefice - senza capire che i russi sono imperiali e temono l’insicurezza ai confini. Una volta esploso il conflitto in Ucraina, Papa Francesco avrebbe ricordato pubblicamente questo incontro: “Lui mi aveva espresso la paura che ciò avrebbe provocato una guerra, e questa è scoppiata due mesi dopo”.

Le conclusioni cui è arrivato il pontefice, raccolte sul quotidiano della Conferenza episcopale italiana “Avvenire”, sono presto dette: “Vedo imperialismi in conflitto, e quando si sentono minacciati e in decadenza, gli imperialismi reagiscono pensando che la soluzione sia scatenare una guerra per rifarsi, e anche per vendere e provare armi”.

Sulle ragioni “materialiste” della guerra vale la pena leggere l’intervista fatta da Frida Nacinovich all’economista “eterodosso” Emiliano Brancaccio, pubblicata sul numero 13/2023 del periodico “Sinistra Sindacale” dell’area programmatica Lavoro Società della Cgil. Dal docente universitario all’Università del Sannio arriva una chiave di lettura ad ampio raggio, che fa comprendere ancor meglio le parole di Papa Francesco.

A completare il puzzle, ecco le ormai celebri dichiarazioni rese nel novembre 2022 dal generale Mark A. Milley, presidente dello Stato maggiore congiunto delle forze armate statunitensi. Per Milley già all’epoca erano scarse le probabilità di una vittoria militare dell’Ucraina, quindi l’inverno avrebbe potuto fornire l’opportunità di avviare i negoziati con la Russia.

Una posizione ribadita nel maggio scorso, nel contesto di un’intervista a Foreign Affairs. Milley ha dato una visione aggiornata della situazione, e anche questa volta ha sottolineato che la possibilità da parte dei due belligeranti di conseguire i rispettivi obiettivi politici per mezzo dello strumento militare resta scarsa.

Dunque a prevalere non è questo aspetto del conflitto, quanto gli effetti collaterali, geopolitici, evidenziati dalle tante voci critiche nei confronti dell’acquiescenza dell’Europa a questa guerra che, come (quasi) tutte le guerre, poteva essere evitata.