Diritti e ricomposizione del mondo del lavoro - di Federico Antonelli

La tre giorni seminariale dell’Assemblea generale nazionale della FILCAMS-CGIL: percorsi di liberazione tra lotta di classe e sociologia

I mesi estivi solitamente sono mesi impegnativi per le procedure che si affastellano nei nostri uffici e impegnano le nostre delegate e delegati e le nostre strutture. L’estate è il periodo del turismo e delle campagne della nostra categoria che accendono i riflettori sui problemi dell’industria turistica; definita come la vera ricchezza del paese in realtà è l’emblema dell’assenza di politiche coordinate di sviluppo e dello sfruttamento del lavoro di ragazze e ragazzi che mai vi troveranno occupazione stabile.
In questa estate del 2024 la nostra categoria ha però messo in campo anche una visibile iniziativa di riflessione e studio, che può essere il ponte tra la fase di mobilitazione del 2023 ed il futuro dei nostri settori e delle conseguenti politiche sindacali e contrattuali. Le giornate del “New order” di Napoli, intitolate “liberazioni”, hanno avuto questo senso: avviare la riflessione su ciò che il lavoro dei servizi è e cosa deve diventare, sia nell’ottica dell’azione sindacale che del quadro generale di società e dei rapporti economici che la contraddistinguono.

La tre giorni di lavoro si è aperta con la presentazione della mostra di Altan intitolata “Al nuovo lavoro Cipputi”. Grazie alla rivisitazione della figura di Cipputi, l’operaio metalmeccanico che tanto ha fatto sorridere e riflettere in passato, si è voluta affermare l’idea che la figura dell’operaio e lavoratore moderno non è più assimilabile solo all’operaio metalmeccanico di un tempo, ma è anche quella della donna delle pulizie, della cassiera del supermercato, degli addetti dei servizi e del turismo. L’idea che il lavoro, il modello economico e il modello di impresa con cui confrontarsi sono profondamente mutati spostando nel campo dei servizi quella centralità un tempo riservata alla fabbrica.

Nella sua relazione Fabrizio Russo, il nostro segretario generale, ha collegato i fili della nostra iniziativa declinando la parola “Liberazioni” su alcune parole chiave: rivendicazioni, mutazioni, emancipazioni, vibrazioni ed evoluzioni. Cinque termini che con spirito ardito vogliono coniugare i diritti con la ricomposizione del mondo del lavoro e la riaffermazione del ruolo della rappresentanza e del sindacato, che non può essere solo un semplice soggetto tecnico negoziale, ma deve continuare a proporsi come luogo dell’elaborazione e dell’accoglienza che diffonda un’idea alternativa di società su cui mobilitarsi e lottare. “La vertenza delle vertenze” l’ha chiamata Fabrizio, con linguaggio immaginifico, ma a me piacerebbe anche definirla come prassi conflittuale che restituisca spinta allo scontro di classe senza cui lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo (l’umanità del lavoro può essere solo in assenza di sfruttamento) non sarà mai sconfitto.

L’assenza di riferimenti ai conflitti in Ucraina e in Palestina rappresenta la sola vera mancanza all’impostazione data ai lavori: non credo sia possibile avviare una riflessione sul modello sociale e sulla dinamica politica nazionale se non si riflette anche sui rapporti internazionali e su ciò che essi determinano nelle scelte politiche nazionali: è una mancanza che ritengo visibile perché da l’idea di un pezzo di storia contemporanea assente. I bei richiami all’antifascismo della relazione avrebbero avuto maggior profondità politica e storica se fossero stati accompagnati dal richiamo al pacifismo. Non un pacifismo di maniera, ma quello fattivo che il movimento sindacale ha saputo guidare nel corso della propria storia.

I tavoli tematici sono stati 13 e hanno affrontato sia i temi direttamente connessi alla vita della categoria che le prospettive future, analizzate attraverso un documento generale di analisi della realtà attuale. Un lavoro intenso ed entusiasmante che ha permesso a tutti di esprimersi e di descrivere la propria realtà e le proprie idee. Un lavoro che offre sempre spunti interessanti e su cui certamente la categoria saprà fare tesoro in futuro. In particolare credo sia necessario riprendere i temi del documento “Appunti per un confronto sui temi orizzontali e trasversali”. Positiva la scelta di proporre una visione generale che elevi la discussione oltre i temi categoriali; discutibili a mio parere alcuni passaggi di questo documento. Due mi sembrano degni di maggior attenzione: affermare come vera una scala dei bisogni in cui diminuiscono quelli materiali, in una categoria come la nostra in cui abbiamo fenomeni di povertà lavorativa diffusa è decisamente complicato. E ricercare nell’imprenditore illuminato il riferimento a cui fare riferimento come possibile chiave per modificare le storture del sistema mi sembra altrettanto complicato se pensiamo al tema della legalità, del rispetto dei diritti e della difficoltà a creare lavoro buono e ben retribuito in molte delle realtà che ben conosciamo. In fondo ritengo che il sindacato nuovo che opportunamente viene richiamato nel documento non dovrebbe perdere di vista alcuni fondamentali che invece sembrano assenti dal nostro linguaggio. Per innovare bisognerebbe partire dalla conoscenza condivisa di queste basi.

La tre giorni si è conclusa con l’intervento del nostro segretario generale Landini. Nella sua chiusura ha riaffermato la bontà del progetto politico generale della confederazione offrendo spunti di riflessione su alcuni punti importanti quali il coordinamento tra le categorie. In questa ottica Landini ha descritto bene come in questi ultimi trent’anni il numero dei contratti si è moltiplicato e questo fatto obbliga a prestare maggiore attenzione ad aspetti quali i perimetri contrattuali. Coordinamento che se è utile per evitare fenomeni di concorrenza tra le nostre categorie è utile anche a rafforzare la capacità contrattuale complessiva, in particolare del mondo dei servizi posti al termine della filiera produttiva e che spesso subiscono più che affermare le logiche negoziali. Un intervento di chiusura che ha delineato obiettivi importanti: coordinamento tra le categorie, rafforzare la rappresentanza e condivisione di obiettivi sindacali e le rivendicazioni. Questi tre giorni come ha detto Fabrizio Russo nella sua relazione chiudono questo periodo incredibile per la FILCAMS CGIL: adesso si deve ripartire con rinnovato impegno ed entusiasmo.


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