La discussione che la FILCAMS CGIL ha avviato in queste settimane è complessa, articolata e dal grande valore politico. Abbiamo già avviato su “reds” (vedi questo articolo) - una serie di riflessioni che, oggi, devono essere aggiornate anche sulla base di ciò che la recente riunione dei segretari regionali e territoriali della FILCAMS ha discusso.
Nel corso del dibattito, partendo dalla relazione di Fabrizio Russo, sono emersi una serie di temi di grande rilevanza. Li riassumo in maniera schematica. Le difficoltà nel rinnovo dei contratti nazionali non sono più sostenibili per i nostri settori: i tempi dei rinnovi e le posizioni delle controparti, poco interessate a rispettare i parametri economici a cui legare gli aumenti contrattuali, sono due aspetti che necessitano di strumenti nuovi ed efficaci. Il mondo dei servizi e del turismo oggi occupa il numero più grande di dipendenti in Italia: non si può più ragionare su un modello di relazioni sindacali (e contrattuali) che è tarato solo sul mondo dell’industria. La FILCAMS CGIL quando parla dei propri settori non parla di un mondo marginale, ma parla di mondo del lavoro nel suo complesso.
Gli accordi sui modelli contrattuali e sulla rappresentanza sono oramai vecchi e devono essere aggiornati per poter dare risposte nuove a problemi nuovi: l’avanzare di modelli organizzativi che prima non esistevano, difficoltà economiche più gravi che in passato, un quadro normativo di regolazione del mercato e dei rapporti di lavoro che deve essere aggiornato per combattere la precarietà ed il part time involontario. Su questi argomenti è indispensabile avviare un lavoro di elaborazione politica che metta al centro alcune questioni di carattere categoriale e confederale. Rapporti tra i diversi contratti e categorie (perimetri contrattuali). Contrattazione inclusiva e contrattazione integrativa, come, e se, viene praticata. La rappresentanza. La bilateralità. Su questi argomenti la categoria è chiamata a ragionare nel corso dei prossimi due mesi: periodo in cui organizzare le assemblee generali territoriali e regionali, utili allo sviluppo della discussione che sarà poi portata a sintesi nel mese di dicembre.
Di fronte a questi titoli è necessario fermarsi e pensare con grande profondità. Ad oggi non è chiaro il merito su cui si vogliono sviluppare questi temi. Faccio alcuni esempi necessari per iniziare ad entrare nel merito delle questioni.
La rappresentanza: è indubbio che la forma della rappresentanza sia una delle argomentazioni primarie e una di quelle su cui si gioca in maniera molto forte il rapporto con la confederazione. Nei nostri settori le rappresentanze unitarie (elette) sono praticate in minima parte. Solo alcuni territori riescono a fare regolarmente le elezioni delle RSU. Ma la confederazione su questo punto è stata chiara nel definire le elezioni delle RSU come obiettivo strategico e politico. Quale direzione vogliamo dare alla discussione su questo punto?
I perimetri contrattuali: qua il rapporto tra le categorie non è sempre limpido. Non è certo responsabilità esclusiva della FILCAMS CGIL se ci sono alcuni contratti che rappresentano un problema. Il contratto dei multiservizi, per esempio, è la conseguenza naturale del processo di espulsione dai circuiti produttivi industriali di parti consistenti di attività. Processo che il mondo sindacale industrialista non è stato in grado di arrestare: che ambito di copertura contrattuale si offriva a queste lavoratrici e lavoratori esternalizzati? Oggi colpevolizzare la FILCAMS CGIL per il contratto dei multiservizi, con le sue debolezze, è un errore che sembra voler salvare l’anima di chi non aveva le condizioni per opporsi all’esternalizzazione dei servizi. Oltre che inquinare una discussione che invece meriterebbe onestà intellettuale e serenità tra tutti.
La struttura della contrattazione: se c’è una categoria dove la contrattazione integrativa è di difficile pratica e realizzazione è la nostra. E se esiste un mondo dove il contratto nazionale assolve ad un ruolo unificante del mondo del lavoro, e di salvaguardia dei salari (anche con forti connotazioni territoriali per la debolezza dei nostri settori) è quello dei servizi. Che sbocco dare a questa esigenza senza limitare le possibilità contrattuali oggi esistenti?
La bilateralità: questo capitolo è per la FILCAMS CGIL uno dei più complessi. In questi anni la categoria ha fatto un grande lavoro di riordino degli enti bilaterali che oggi offrono servizi alle lavoratrici e ai lavoratori e non sono più quello strumento ambiguo di cui non si capivano i contorni in passato. Ma questo lavoro sembra non riconosciuto dalle altre categorie e dalla confederazione. Bisogna continuare a lavorare per rafforzare il ruolo della bilateralità come strumento di accompagnamento alla contrattazione, evitando fenomeni impropri ma rendendo noto questo lavoro di valore e di sostegno alla contrattazione; altrimenti resteremo sempre percepiti come la categoria degli enti bilaterali e basta.
La moltitudine di argomenti e questioni rende impossibile per me sviscerarli nel merito tutti, ma alcune prime idee è utile sostenerle. La rappresentanza elettiva rappresenta uno strumento democratico, e di consolidamento dell’attività sindacale, a cui non si può rinunciare, anche di fronte alle difficoltà note. Il lavoro di elaborazione della categoria deve avere una forte identificazione con le necessità dichiarate ma non può essere concepito come elemento identitario e di distinzione dal resto del mondo del lavoro. Il percorso di partecipazione e di discussione deve rendere maggiormente esplicite le proposte su cui si vuole agire, altrimenti resta una discussione di pochi che non fa crescere la visione politica della categoria e la qualità delle proposte stesse. Ci attendono un lavoro importante ed una discussione impegnativa.