Contribuire alla ridefinizione delle politiche contrattuali del sindacato - di Federico Antonelli

Durante l’assemblea generale di settembre, il Segretario Generale FILCAMS Fabrizio Russo ha indicato, tra gli obiettivi politici della categoria, anche “il tema della definizione di un nuovo modello di relazioni sindacali e della ridefinizione di un nostro assetto contrattuale e di rappresentanza”.

Un’idea ed un progetto ambiziosi e politicamente interessanti che implicano di mettere in discussione gli àmbiti più profondi del nostro agire contrattuale e aprono una riflessione su quale forma di rappresentanza sia la più efficace per migliorare il nostro radicamento nei luoghi di lavoro e nella società (oltre che a rafforzarne il ruolo contrattuale). E’ molto diverso dal ragionare sugli obiettivi e le priorità negoziali come siamo abituati a fare quotidianamente. La discussione è oramai aperta e senza rete. Si mettono anche in discussione i parametri economici della contrattazione nazionale, si discute sulla difficoltà di fare più contrattazione aziendale, si ragiona su quale forma di rappresentanza sia la migliore e sulle RSU. Ma questa discussione non è mai organica come il titolo “modello contrattuale” farebbe intendere. Questa discussione ha bisogno di un rapporto molto stretto con la confederazione: il modello contrattuale non può aprioristicamente essere concepito come patto corporativo, ma deve per forza coinvolgere la Confederazione nel suo insieme.

Queste brevi e semplici riflessioni mi fanno dire che il tema deve essere approfondito, valutato e valorizzato a partire dalle istanze statutarie che non possono essere ridotte a mero certificatore di scelte maturate altrove. L’obiettivo del vero coinvolgimento di tutta la confederazione e delle sue categorie (che presuppone, positivamente, anche una crescita politica e culturale della nostra categoria) si persegue solo con una discussione approfondita, di analisi del contesto economico, delle ragioni per cui si riterrebbe necessario individuare un modello contrattuale specifico ed infine su come articolare la proposta di un modello di relazioni industriali e contrattuali: analisi e studio che non si possono ridurre a pochi passaggi e in poco tempo. Diamoci il tempo necessario. Il tempo ce lo dà la rinnovata capacità della categoria di rinnovare, grazie alla lotta dei lavoratori e alla determinazione del suo gruppo dirigente e dei suoi quadri e delegati, i contratti di lavoro.

Dobbiamo contribuire alla discussione confederale con l’obiettivo di trasmettere la profondità delle rivendicazioni del mondo dei servizi e contribuire ad indicare una strada nuova che punti alla ricomposizione del mondo del lavoro. Perché se la FILCAMS CGIL in questi due anni è cresciuta lo ha fatto proprio facendo vivere due idee forti: composizione delle vertenze nazionali e partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori alla contrattazione.

Non smarriamo questa strada proprio adesso.


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